Di pietre incavate grazie allo stillicidio dell’acqua accenna anche il poeta e filosofo latino Tito Lucrezio Caro.
Nato nel 94 oppure 96 oppure 98 avanti Cristo, morto nel 50, oppure nel 55 o nel 53 avanti Cristo (le interpretazioni sono diverse), Lucrezio è autore del poema De Rerum Natura, dove nel Primo Libro, verso 313, scrive:
Stilicidi casus lapidem cavat
che si può tradurre come
Cadendo la goccia scava la pietra
oppure anche come
la stilla frequente
con l’assiduo cadere, incava la pietra
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