Quello dei serpenti e delle pietre forate naturali è un binomio molto suggestivo e soprattutto ricorrente a più livelli.
Da sempre la figura del serpente è associata alle pietre con il buco: in Gran Bretagna a esse vengono associati i nomi di “adder stone”, “serpent’s eggs” e di “snake’s eggs”, tradotte in italiano come “pietre della vipera”, “uova di serpenti” o “pietre dei serpenti”.
Ad accompagnare questo aspetto prettamente semantico vi sono i racconti popolari, che hanno ammantato di un fascino profondo il legame tra serpenti e pietre forate: in particolare, sono le leggende ad averne fatto un tema ricco di sfumature.
Secondo una di esse, le pietre della vipera nascerebbero da un ammasso di questi animali che, schiumando saliva, provocherebbero con essa lo scioglimento della pietra; o forse sarebbe lo sfregamento delle loro lingue a modellare la superficie sassosa e a bucarla; o, ancora, la saliva indurendosi diventerebbe dura come la pietra, ma forse a causa della presenza di bolle d’aria lascerebbe infine delle fessure; oppure, come segnalato nelle tradizioni della Cornovaglia e di gran parte del Galles, i serpenti unirebbero appositamente le loro teste e si metterebbero a sibilare, creando una specie di bolla attorno alla testa di uno di loro, bolla che essi continuerebbero a soffiare finché essa scivolerebbe giù fino alla coda e balzerebbe via somigliando a un anello; oppure sarebbe il loro veleno a creare il buco, come raccontano alcune tradizioni germaniche.
Si narra, in un’altra leggenda, che i fori delle pietre siano provocati dal morso di una vipera, tanto potente da attraversare la pietra.
E in altre versioni le pietre non sarebbero altro che una testa di vipera che, fossilizzandosi, diverrebbe dura mostrandosi con un foro al centro.
Anche gli anelli dei druidi, guardati con grande rispetto dal popolo, sarebbero paragonati alle pietre forate.
La figura del serpente, inoltre, è associata anche al mito che vede Odino come creatore delle pietre forate naturali.