Nel 1796, nel suo “Dizionario ragionato universale di storia naturale” (volume 26), il botanico e naturalista Valmont di Bomare inserisce una voce relativa alla “Pietra delle Vacche” o Lapis vaccinus.
Secondo l’autore, questo nome viene dato a “certe Pietre solcate o traforate da parte a parte per opera delle cadute di acqua, il che non può succedere che dopo una serie di molti anni. Così si dice delle acque che cadono a gocce o a cascate: Gutta cavat lapidem, non vi sed sape cadendo”.
Bomare, a completamento della definizione da lui coniata, cita anche l’opera di un naturalista dilettante, l’abate Bacheley di Rouen, che “pretende che questi fori debbano attribuirsi alla decomposizione dei corpi marini che erano stati incrostati di materia pietrosa”.
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